TOT ‘N BOT, si dice in Emilia Romagna. Senza preavviso.
È così che improvvisamente, senza avvisare ufficialmente nessuno, Menlo Park ha deciso di interrompere e ridurre drasticamente molte delle App non ufficiali costruite sulla sua piattaforma.
Uovo di Pasqua con sorpresa
È accaduto durante il fine settimana pasquale: gli sviluppatori si sono trovati di fronte alla sorpresa di Pasqua, ma non ne hanno goduto.
La quantità di dati che si possono dedurre dall’API di Instagram è stata massicciamente ridotta: il limite passa da 5.000 a 200 chiamate per utente all’ora.
Gli sviluppatori sono sconcertati, sorpresi e anche un po’ incazzati: le App sospese li aiutavano a monitorare il numero di follower che le seguivano o interagivano con le stesse, erano insostituibili alleati per analizzare il proprio pubblico o trovare hashtag rilevanti.
Conseguenze? API ridotte pesantemente, funzionalità interrotte e utenti imbestialiti. Verrebbe da pensare alla coda lunga del fattaccio Cambridge Analytica.
Le fonti ufficiali che hanno dato la notizia sono due: TechCrunch e StackOverflow, che ha raccolto il malcontento degli sviluppatori.

Nessun commento, per ora, da parte di Instagram.
Pare che abbia confermato soltanto di aver smesso di accettare la presentazione di nuove App, proprio come ha fatto Facebook la scorsa settimana a seguito del contraccolpo di Cambridge Analytica.
Gli sviluppatori:
- lamentano di essere stati lasciati all’oscuro;
- sono arrabbiati perché il cambiamento non è stato programmato;
- si aspettavano un annuncio ufficiale, non pervenuto;
- si trovano nella condizione di dover ricostruire alla veloce le loro App per richiedere meno call API.
Sembra proprio che la sgradita novità faccia parte del disegno generale del nostro Mark Z. che:
- deve trovare velocemente un modo per migliorare la privacy dei dati;
- stoppare al più presto l’eco degli ultimi scandali che fanno perdere quota al titolo Facebook in Borsa.
Non a caso, la settimana scorsa, Facebook aveva annunciato la chiusura del targeting degli annunci delle “Partner Categories” basate sui dati di broker terzi.
TechCrunch ha riportato che Facebook chiederà alle aziende di impegnarsi a garantire il consenso informato dei consumatori a registrare i loro indirizzi mail, quando utilizzano tecniche di targeting degli annunci su segmenti di pubblico personalizzato.

#DELETEFACEBOOK: i conti senza l’oste
Come riportato dai quotidiani di tutto il mondo, gran parte del pubblico (soprattutto grandi brand) si è schierato con il movimento #deletefacebook, ma ha fatto i conti senza l’oste ignorando i consanguinei Instagram e WhatsApp.
È probabile che Instagram cerchi di evitare il “contagio” per la propria App tagliando pesantemente il limite delle call API ad 1/25° del suo precedente volume.
“A la guerre comme a la guerre”, come dicono i francesi
La situazione va accettata per quel che è, bisogna contentarsi delle risorse che le circostanze consentono.
Certo c’è il rischio che alcuni sviluppatori si allontanino dalla piattaforma, così come viene il dubbio che la situazione stringente abbia creato una buona occasione per liberarsi di alcune App che non sono mai piaciute tanto al Pollice Blu.
Tanto per fare un esempio, Reports + (che costa $ 3,99 al mese per fornire agli utenti informazioni sui follower) ha incassato più di $ 18 milioni in tutto il mondo da ottobre 2016 su App Store e Google Play, mentre ha fatturato $ 1,2 milioni nel solo mese scorso.
Può darsi che Instagram consideri parassitarie queste applicazioni: caricano gli utenti di funzionalità non ufficiali, o peggio incoraggiano una crescita esagerata del pubblico che può portare allo spam.
Se vogliamo dirla tutta
Non è una novità che Instagram stia cercando da anni di ripulire la sua piattaforma.
Già in passato aveva minacciato azioni legali contro le App derivate che utilizzavano “Insta” o “Gram” nel loro nome.
D’altra parte a gennaio scorso la questione era già stata posta: Menlo Park aveva già annunciato che nell’arco dei prossimi 2 anni avrebbe interrotto la vecchia API, modificandola.
La decisione era già stata presa, l’incalzare degli eventi l’ha solo velocizzata.
Pian piano gli sviluppatori saranno convogliati su una piattaforma più restrittiva, in un clima di maggior controllo generale che interesserà in primis gli account business.
Di certo si sa che Instagram ha confermato a TechCrunch che la moratoria sugli invii di App sarà estesa alla nuova Graph API, ma non specifica nulla sui limiti dell’API.
Le vecchie App sono sospese, ma non ci sono specifiche certe su come dovranno essere quelle nuove per essere compatibili, quindi accettate.
Forse Mark Z. ha altre priorità in questo momento e si è preso un po’ di tempo per decidere.
Attendiamo nuove news per informarvene subito. Stay tuned!