Oggi voglio renderti partecipe di una mia riflessione. Una riflessione che non è nata per caso ma che ha trovato séguito nelle parole di un collega…
C’è un pezzo all’interno del libro di Rudy che ho particolarmente apprezzato e che inquadra al meglio l’attuale situazione in Italia. Eccolo:
NATIVI ANALOGICI – sono quelle persone nate “troppo presto” per poter godere appieno della tecnologia mobile e dell’informatica, di Internet e di Google. Le persone che si sono ritrovate in età avanzata in piena rivoluzione, senza essere in grado di capire la tecnologia perché troppo distante dal mondo precedente, dal mondo che hanno sempre vissuto.
IBRIDI TECNO-ANALOGICI – sono quelli nati a cavallo tra due generazioni, tra l’inizio e la fine degli anni ’70, quelli che di fatto hanno vissuto una metà della loro vita offline l’altra metà online. Sono quelli che oggi hanno più o meno 40 anni, che sanno benissimo che cos’era la vita prima del cellulare (anche se non se la ricordano perché sembra Cretaceo) e che hanno le idee chiare su quello che accade oggi nel mondo della tecnologia. Sono la generazione, a mio modo di vedere, più fortunata: abbastanza matura da avere vissuto il mondo offline e abbastanza giovani per entrare e capire quello online.
NATIVI DIGITALI – poi ci sono i nativi digitali, il fenomeno di tutti quei ragazzi nati in piena esplosione della Rete. Quella generazione che non dice “mi compro un album” ma “mi scarico un album”. Quella generazione che non ha la concezione di cosa fosse il mondo fino a poco più di 10 anni fa: quelli che sono nati con il cellulare all’orecchio, che non sanno cosa sia Encarta perché hanno Wikipedia e che tanto meno sanno cosa sia stata la Treccani perché hanno Google. Ecco, quest’ultima è la generazione di domani. La nostra speranza. Io personalmente ammiro molto questa generazione, anche se ne ho timore, non un timore fisico ovviamente, ma un timore nato dal fatto che sono nati e vissuti – percependolo quindi come normale – nel mondo intangibile della Rete senza essere passati per quello tangibile della real life.
Personalmente non avrei saputo descrivere meglio queste tre macro aree. Ecco perché ho preferito dartene trasparenza, dando vita a questa riflessione…
Tu, chi sei? Io, chi sono?
Io sono un ’83 ma, se dovessi posizionarmi all’interno di uno dei tre gruppi individuati da Rudy, sarei sicuramente un ibrido tecno-analogico.
Ho vissuto la fine degli anni ’90 in sella ad un Bravo color puffo, con in tasca un Nokia 3210, giocando a Sonic col Sega Mega Drive e la domenica pomeriggio limonavo con le ragazzine sui divanetti delle discoteche locali.
Senza rendermi conto della rivoluzione in atto ho acquistato il mio primo cellulare a colori con tecnologia Wap, ho installato Windows XP nel mio PC composto, ho aperto il mio primo indirizzo eMail in Libero, mi hanno regalato quella fikata di un lettore Mp3 della Verbatim con la più grande capacità mai vista (ben 516 Mb!) e ho portato la mia morosa al multisala ascoltando il cd di Lene Marlin sul nuovo stereo Pioneer montato dall’elettrauto sulla mia Twingo 1.2 16V.
Ora sono al mio terzo iPhone, lavoro on-line, compro on-line e mi nutro di Sky On Demand.
Domani, probabilmente, dirò alla mia auto di portarmi in centro…e lei eseguirà. Domani, probabilmente, avrò bisogno di cure mediche e mi basterà entrare in un sarcofago digitale che mi permetterà di guarire in pochi secondi. Oppure, sempre domani, andrò in ferie su Marte, grazie ad un offerta last minute dell’agenzia viaggi Tintarella Nasa!
Domani, domani, domani…
Tutto bellissimo; una prospettiva da paura! Non è vero?
Sai, però, qual è il problema? Che l’italiano medio fa parte dei nativi analogici! Anche noi gggiovani che mostriamo di essere “più avanti”, spesso e volentieri siamo trascinati e trattenuti da vecchie ideologie e da sistemi che ci bloccano, in primis il conservatorismo di chi ci ha governato negli ultimi 25/30 anni. Basti pensare che ci delocalizziamo all’estero per trovare un lavoro da barista! Per dire…
La nostra rivoluzione avverrà molto più lentamente, anzi, sta avvenendo molto più lentamente. Ma avverrà…
[Tweet “In Italia la rivoluzione sta avvenendo molto più lentamente #nativianalogici”]
Le aziende hanno cominciato ad aprirsi oggi al blogging ed al social media marketing, affidandosi alle mille-mila agenzie di comunicazione che stanno nascendo come porcini sul nostro territorio. Nel frattempo, negli Stati Uniti, esistono già agenzie multinazionali che vendono i loro prodotti ad imprese già ampiamente digitalizzate ma che cercano nuove strategie per emergere!
Cacchio noi siamo ancora alle call-to-action e, se la vogliamo dire tutta, spesso non fanno nemmeno il loro sporco lavoro perché il l’italiano medio non si fida del nuovo mondo, non si fida del web e delle sue concrete offerte, ne tanto meno si fida di chi si presenta alla sua porta riempiendosi la bocca di terminologie in lingua inglese.
E’ da anni che sostengo questa realtà. Ogni giorno mi rendo conto dell’arretratezza dei nostri modi di vedere e vivere le cose, dallo smartphone ai social media, dal nostro modo di vivere fino al nostro modo di lavorare.
Ancora mi sento dire: “Perché scrivi #sallo nei tuoi post su Facebook?”
Dai…
Risolviamo il problema
Noi, categorizzati come ibridi e nativi digitali, dobbiamo aiutare i nativi analogici e tutti quelli che si sentono tali anche se hanno 30 anni (perché ce ne sono, e tanti…)!
Dobbiamo renderli consapevoli e partecipi della rivoluzione in atto e dei suoi vantaggi, e loro (gli analogici) possono aiutarci a mantenere uno sguardo sul pianeta terra e sul contatto umano. Qualità imprescindibili anche all’alba del 2015.