Cos’ha il tuo modo di fare blogging che non va? Oggi ti spiego perché l’erba del vicino è sempre più verde della tua… Ci sono o non ci sono delle regole nel fare blogging? Sì, esistono regole di base derivate dal buon utilizzo della piattaforma stessa. Nulla di certificato e nulla che non sia già stato detto, come non esiste nessuna legge che ti vieti di fare il contrario e quindi renderti “originale”.
Ieri, a proposito, leggevo questo post di Dario Vignali e successivamente il suo guest post sul blog di Skande. In parole povere, Dario, sfata il mito del “più articoli pubblichi sul tuo blog e più seguito avrai”.
Un’affermazione importante e che va in contrasto con quanto ci hanno insegnato (e scritto) fino ad oggi i top blogger in Italia e nel mondo.
Ciò che Dario vuole trasmettere attraverso questi due articoli è la sua esperienza, in particolare ciò che lui ha imparato e che lo ha portato al successo nella sua professione. Chapeau! Però, anche nelle sue parole, come in quelle di altri, ho trovato qualcosa di non condivisibile.
Precisazione: io vedo le cose a modo mio, quindi, non sto dicendo che Dario (e gli altri top blogger) dicano cose sbagliate.
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Qualche giorno fa, l’amico (e #socio) Gian Marco mi taggava in questo post su Facebook, chiedendomi consiglio se avesse fatto bene o meno, a pubblicare un post off-topic sul suo blog.
Ho capito fin da subito che l’argomento per lui era incalzante e ho dato il mio modesto contributo: bando al post off-topic, in quanto non sarebbe in linea col tema e lo stile del blog. Per questo tipo di articoli sfrutta Google+!
Esatto, secondo le buone regole del fare blogging uscire dall’argomento potrebbe confondere le idee del suo pubblico, soprattutto quello venturo, dove potrebbero arrivare a perdersi e non capire chi è e cosa fa (proprio come gli suggerisce Skande nel primo commento).
Il mio consiglio è stato utile? Penso di sì ma, ripensandoci, è stato un suggerimento generico, un derivato da ciò che ho imparato. Fra i tanti commenti arrivati, quello di Riccardo è stato quello che mi ha sorpreso di più, in quanto ha analizzato il soggetto (Gian Marco) e non l’oggetto (il blog), chiudendo il suo pensiero con “Oggi è inutile dividere professione e persona: i clienti vogliono sapere chi c’è dietro ai post”.
Effettivamente Gian Marco ha sempre avuto uno stile frivolo, adatto e comprensibile a tutti – non a caso il suo blog è definito Chiacchiere da Taverna – perché non tentare?
Un altro esempio lampante è Rudy Bandiera: sul suo blog lascia spazio ad episodi personali, oltre che ad articoli professionali, e nonostante tutto ha raggiunto obiettivi invidiabili!
Morale
Il miglior modo di fare blogging, quindi, non è seguire la massa ma impararne le basi, dargli un tema preciso per il quale tu possa essere sempre riconosciuto (perché non puoi parlare di sport e poi di cucina) ed integrarci il tuo stile, oltre la tua esperienza.
Cosa ne pensi: sei d’accordo?