Dove c’è un freelance, c’è un blog.
E dove c’è un blog, c’è una frequenza di rimbalzo.
Il bounce rate può diventare un grosso problema, come ben conferma Glen Long su Smartblogger.com: uno si impegna per trovare gli argomenti giusti, per scrivere post brillanti, per promuovere il blog e poi i lettori non fanno in tempo ad arrivare che subito scappano come lepri.
E questo, per un blogger, si traduce in una parola dolorosa: rifiuto.
Certo, sottolinea il buon Glen, non tutte le persone che approdano sul tuo blog sono le persone giuste: potrebbero non far parte del tuo target, e quindi se escono, pace. Ma se la maggior parte delle persone, anche quelle in target, scappa via, be’, allora c’è un bel problema da risolvere.
Glen Long identifica undici-motivi-undici per cui le persone decidono di allontanarsi da un blog. Io ne ho scelti nove, quelli a mio avviso più interessanti.
Sono suggerimenti che rivolgo in primis a me stesso, dato che con il bouce rate ho un rapporto tempestoso.
1. Hai scritto una headline scialba
Sull’headline sono stati scritti post su post: le serp sono affollate di consigli su come scrivere headline efficaci.
Un headline wow ha l’effetto di una calamita. Se una headline debole uccide il post, una headline forte la vivifica.
L’headline è un patto con il lettore: non mantenere la promessa della head è alto tradimento. Ma non basta: se un’ottima head è seguita da un post così così, allora la frequenza di rimbalzo schizzerà alle stelle.
E un’altra cosa… prima di pensare all’headline, tira fuori una buona idea. Perché è vero che da una head in fasce può nascere un grande post, ma è altrettanto vero che un buon copy dovrebbe saper dare ottimi titoli a buone idee.
2. Sei invadente, e non va bene
Approccio in un locale: “Ehi ciao, mi dai il tuo numero di telefono?”.
Risultato: una pernacchia se ti va bene, una denuncia per molestie se ti va male. La fuga senza dubbio. A gambe levate!
Ecco, un pop-up con la richiesta di iscrizione alla newsletter che si apre dopo pochi secondi è un approccio destinato a fallire.
Troppa fretta, caro mio: prima devi corteggiare il tuo lettore. Come?
Semplicemente, lasciandogli il tempo di conoscerti, di ambientarsi a casa tua e di capire che cosa gli puoi dare di utile.
Chiedere da subito i dati personali è uno dei modi migliori per far scappare via i lettori.
3. Il tuo sito è lento, lento, lento
Hai scritto dei post superlativi: approfonditi, originali, divertenti. Ciò nonostante, la gente continua a rimbalzare dal tuo sito come su un tappeto elastico.
E allora?
E allora occhio ai tempi di caricamento del blog: perché, detto papale papale, da un sito lento si scappa.
E magari a te non sembrerà lento, perché sei il padre di quella deliziosa creaturina, ma agli altri sì. E se lo trovano lento, vanno via. Semplice.
Testa la velocità del tuo blog e, se è il caso, migliorala.
4. Hai la sindrome della maestrina
Ecco uno dei problemi più gravi che affliggono i blogger di tutti i luoghi e tutti i laghi: la sindrome della maestrina. Prima o poi, colpisce (quasi) tutti.
Ok, dobbiamo fornire contenuti utili, lo abbiamo detto mille volte e non c’è bisogno di ripeterlo ancora. Ma mettersi in cattedra e fare la lezioncina…no, quello no.
Secondo Glen Long, il blogger è più di un insegnante: è un performer.
E allora, un po’ come il professor Keating dell’Attimo fuggente (anche un po’ meno ,va bene), dobbiamo far innamorare dei nostri post il lettore. E spingerlo a leggere un altro articolo ancora.
5. Hai scritto troppo. E forse nemmeno così bene
Qui siamo sul facile. Un bravo blogger usa poche parole, quelle giuste, scrive in modo comprensibile ed evita i muri di testo.
Ho detto facile? Temo di aver detto una falsità.
Scrivere in modo semplice è difficilissimo. È il frutto di anni di esperienza, di esercizio costante e consapevole e, ahi noi, di errori.
Riuscire a scrivere in modo semplice, ma non semplicistico, trovare un proprio stile e allo stesso tempo essere avvincente è arduo. Ci vogliono tempo, pazienza e buone letture.
Tante buone letture.
6. Hai inserito link interessanti. Troppo interessanti
Link interni ed esterni sono un’ottima cosa. Fanno bene alla Seo, ma soprattutto, fanno bene ai lettori, perché arricchiscono il post.
Chi ti segue apprezzerà. Però, avverte Glen, attenzione a non esagerare. Usali in modo frugale e fai in modo che si aprano in una nuova finestra.
E un’altra cosa… i link esterni sono un complemento, e come tali devono fornire informazioni complementari al post, non essenziali.
7. Hai dimenticato il mobile
Dai, lo ripetiamo ormai da un anno: la maggior parte delle connessioni, ormai, avviene da mobile. Ignorarlo è deleterio.
È come darsi una martellata sull’alluce. Quindi, parafrasando un payoff melariano: think mobile.
Se il tuo blog non è ancora mobile friendly, provvedi subito.
8. Sei troppo impegnato a guadagnare pochi, dannati euro
Questa di Glen è bella. Te la riporto pari pari:
“Non mi piace il tuo blog perché non ha abbastanza ads.
Ecco, questo nessuno l’ha mai detto”.
Proprio così: banner e ads possono essere utili a guadagnare qualcosa, ma perlopiù costituiscono un rischio e un fastidio.
La maggior parte delle persone li ignora, molti ne sono infastiditi, solo alcuni ne sono attratti: e se ne sono attratti, la possibilità che si allontanino dal tuo sito sono alte.
Se a questo aggiungiamo che gli ads possono minare la tua credibilità di blogger…
9. Hai scelto argomenti e contenuti triti e ritriti
Le persone sono attratte dalle novità. E ogni volta che leggono un contenuto, vogliono imparare qualcosa di nuovo.
Ecco perché scrivere il solito post alla maniera di quello bravo, ribadendo l’ovvio e rimasticando concetti già sentiti, è una cattiva idea. Non sempre, ma spesso lo è.
Certo, per il neofita il tuo contenuto può apparire interessante, ma perché fossilizzarsi sempre sugli stessi contenuti, magari copiando il blogger-guru-influencer di turno?
Anche con le traduzioni (come questo articolo), vacci piano. E mettici sempre qualcosa di tuo.
Questi sono nove motivi per cui la frequenza di rimbalzo si impenna. Se te ne vengono in mente altri, fai sentire la tua voce.
Ti aspetto.